giovedì 10 maggio 2007

Il Cracking


Il fenomeno del "cracking", ossia della spaccatura del frutto, è alquanto complesso e dipendente da fattori d'ordine genetico, fisiologico, climatico ed agronomico.
Il grado e la forma delle fenditure che si manifestano sul frutto possono essere: pistillari, attorno al punto d'attacco dello stilo, le più frequenti (la cv. Van ad esempio soffre di questa tipologia); radiali, dovute ad abbondanti piogge e dalla sensibilità varietale (ad es. le ciliegie "bianche", le canadesi e californiane), che portano a fenditure notevoli, sempli e/o stellate della polpa, danneggiando gravemente il frutti, che vengono esclusi totalmente dal commercio; picciolari, che si rinvengono attorno al picciolo, più o meno estesamente.


I Fattori Climatici

La piovosità è la causa principale che determina lo spacco della drupa. L'acqua, bagnando il frutto, viene assorbita attraverso l'epidermide per osmosi. L'eccessivo rigonfiamento, oltre il punto di resistenza elastica dell'epidermide, determina le caratteristiche fenditure. Su queste, poi, possono insediarsi i marciumi ad opera della Monilia.
L'umidità del terreno, se molto abbondante, può essere causa di spaccature, secondo quanto dimostrato da Yamamoto (1990), anche se non sembra essere un importante fattore determinante il cracking.
La temperatura può essere molto importante per la comparsa del cracking. Il morivo sembra essere collegato all'aumento degli scambi membranosi cellulari.
Anche il vento e l'umidità atmosferica sembra possano determinare spaccature, secondo quanto emerso da esperienze di alcuni ricercatori.


La Sensibilità varietale

Tra le cultivar particolarmente sensibili al cracking si ricordano:
- Early Lory
- Burlat
- Moreau
- Isabella
- Early Star
- Celeste
- New Star
- Cristalina
- Van
- Sonata
- Sunburst
- LaLa Star
- Skeena
- Sweet Heart

E' comune esperienza che le cultivar maggiormente interessate al fenomeno sono quelle a polpa soda e di maggior calibro, mentre non sembra esserci relazione tra spaccature e tenore zuccherino.


Le Condizioni colturali
Il luogo (clima), la densità colturale, la taglia delle piante, l'irrigazione, nonché la fertilizzazione possono influenzare negativamente il manifestarsi del cracking, che agendo sulla pezzatura, aumentandola, rendono il frutto più soggetto al fenomeno.

La gestione del terreno è un fattore importante; i terreni lavorati sembrano favorire il cracking rispetto a quelli inerbiti in quanto, nei primi, viene stimolato l'assorbimento radicale e la crescita rapida dei frutti.

L'irrigazione deve avvenire, quando possibile, in modo continuo e regolare.

La concimazione, soprattutto azotata, dev'essere controllata, mai abbondante.

La Forma d'allevamento

Forme ridotte, aperte, sembrano ridurre l'incidenza delle spaccature. La ventilazione e la relativa evaporazione idrica sembrano contrastare gli spacchi, così come una limitata potatura al verde.


Le Coperture

Le protezioni contro l'acqua piovana sembrano essere, oggi, la soluzione adeguata al problema. Tuttavia, gli elevati costi, la dispersione delle piante, l'irregolarirtà delle superfici, sono dei limiti praticamente insuperabili nella cerasicoltura di collina nel veronese.


Interventi chimici

I trattamenti chimici non hanno dato, finora, risultati eclatanti; tuttavia, nel tempo si sono succeduti sperimenti tra i più svariati, alcuni dei quali un certo risultato lo hanno fornito. Modestamente i sali di Calcio riducono il cracking; sullo stesso piano, o meno, possiamo annoverare gli antitraspiranti; un po' meglio alcuni agrofarmaci (Rotenone), ma molto migliori sembrano essere le Gibberelline (GA3) o combinazioni di GA4 e GA7.
I risultati delle diverse prove sono, comunque, suscettibili di notevole variabilità in funzione della sensibilità varietale, dalle condizioni ambientali, dall'età delle piante, dalla carica produttiva.